Ricordiamoli
Il ricordo del Prof. Carlo Flamigni di Sergio Schettini
La certezza del ricordo…..
(CF 2015)
Grazie Carlo…o meglio grazie Prof. Flamigni
…Senza di te non avrei mai fatto il ginecologo!
Ti ho incontrato nel 1980 in un corso della associazione italo-svizzera di fertilità: ero uno studentucolo del quarto anno e fui trascinato nella aula di odontoiatria , dove mi sarei laureato con tua lode dopo qualche anno, ad ascoltare uomini che parlavano di sterilità…..
Non conoscevo nulla di ginecologia se non avere una presunta affinità per la professione paterna. Tra uno sbadiglio ed una distrazione con colleghi , attendevo il Tuo intervento….
Rimasi stregato, affascinato dall’eloquio colto ,diretto , chiaro, dall’aplomb elegante ed aristocratico. Un imprinting magnetico ed immediato mi fece sognare : sarei volutodi diventare ginecologo “come Te”….e decisi di averti come mio riferimento culturale.
Ma perché continuo a darti del Tu?
Le ho dato sempre del Lei con doveroso ed affettuoso ossequio nonostante mi mettesse a mio agio……
Forse è perché mi sono sempre sentito parte della Tua visione culturale simile alla mia : uno scienziato laico che cercava di spiegarmi il miracolo della vita con la onestà intellettuale di non imporsi a coloro che avevano visioni e culture differenti: le tue parole nel “Diario di un laico” facevano parte della mia educazione ed estrazione politica e culturale.
Fui colto da una sorta di strana e mutata sindrome di Stoccolma…… Eppure non vi erano violenze di sorta che subivamo sebbene talvolta eri austero…..elegantemente austero ….
Le domande che ti ponevi e che ci ponevi ci obbligavano a riflettere , cosa non semplice: …”cosa significa aver un figlio: un diritto? Un dovere? Un privilegio? A che costo?….”… iniziai così ad immaginare la endocrinologia ginecologica , tua materia di insegnamento,non come una discipina medica ma come una visione olistica, colta, integrata dove scienza e cultura classica si fondono in una visone pragmatica e schietta ,intrisa di storia e poesia,filosofia e fantasia dove il perenne gioco tra nature and nurture è lo scenario consolidato.
Sono cresciuto con Te al mio fianco leggendo i classici scientifici e i tuoi libri di avventura su Primo Casadei , le elucubrazioni filosofiche che scrivevi con Maurizio Moro tenendoti “a rispettosa distanza sia dallo scientismo sia dai paradigmi metafisici…”
Non sei mai stato il medicus-chirurgus di origini ippocratico-galenica ma hai insegnato che bisogna guardare con occhi diversi: “Quod optimus medicus sit quoque philosophus”. Sorridevo quando beffardo dicesti : “Al profilattico bisognerebbe fare un monumento, ha salvato più vite di Garibaldi”
Sei partito per il tuo viaggio certo che non ti spaventa, con la consapevolezza di non morire ma di finire di vivere lasciando a Noi tutti non la eredità del” Medico delle Donne “Antico ed eterno “, non del “Pioniere della fecondazione assistita” (dicevi…:“I pionieri erano in America e poi nell’URSS. Meglio un Mohicano che ultimo non vuol essere…”) ma dell’amico, collega, riferimento che tutti noi vorremmo avere che ci ha regalato “la certezza del Ricordo”!
Grazie Professore, Grazie Carlo!